Lo scontro armato tra Iran e Israele, è guidato da una combinazione di interessi strategici, politici, economici e ideologici. Entrambi i paesi perseguono obiettivi che riflettono le loro priorità nazionali e regionali.
Scontro per la sicurezza e per la supremazia regionale
Israele considera l’Iran una minaccia esistenziale, principalmente per il suo programma nucleare e il sostegno a gruppi come Hezbollah, Hamas e altre milizie dell’Asse della Resistenza. L’obiettivo israeliano è neutralizzare il potenziale nucleare iraniano e limitarne l’influenza in paesi come Siria, Libano e Iraq. L’Iran, d’altro canto, cerca nello scontro di consolidare la propria influenza regionale come potenza sciita, contrastando il dominio strategico di Israele e dei suoi alleati, in particolare Stati Uniti e Arabia Saudita.
Il programma nucleare iraniano
Israele punta a impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari, temendo che un Iran nucleare alteri gli equilibri geopolitici, riducendo il suo vantaggio militare. Gli attacchi israeliani, come quello del 13 giugno 2025 su Natanz, mirano a sabotare infrastrutture nucleari. L’Iran, pur negando ambizioni militari, usa il programma nucleare come leva diplomatica e simbolo di sovranità, rafforzando il proprio prestigio interno e regionale.
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I riflessi dello scontro nelle politica interna e consenso
Per Israele, lo scontro armato distrae dall’isolamento internazionale legato alla guerra a Gaza e rafforza il sostegno interno al governo Netanyahu, in difficoltà per le critiche sulla gestione del conflitto con Hamas. In Iran, il regime utilizza gli attacchi contro Israele per galvanizzare il consenso interno, presentandosi come leader della resistenza anti-sionista, nonostante le sfide economiche e sociali interne.

Interessi economici e risorse
Il controllo delle dinamiche energetiche è cruciale. Gli attacchi israeliani a infrastrutture iraniane, come quelle petrolifere o nucleari, mirano a indebolire l’economia di Teheran. L’Iran, a sua volta, minaccia ritorsioni su obiettivi strategici, come i siti petroliferi del Golfo, per destabilizzare i mercati e colpire gli alleati di Israele.
Alleanze internazionali
Nello scontro, Israele si affida al sostegno di Stati Uniti e Regno Unito per la difesa e la legittimazione delle sue azioni. L’Iran, invece, nello scontro cerca supporto da Russia e Cina, fornendo droni e rafforzando partenariati strategici, come l’accordo con Mosca del gennaio 2025. Entrambi i paesi competono per influenzare la diplomazia globale, con l’Iran che tenta di riaprire il dialogo con l’Europa.
Lo scontro e la propaganda e la narrativa ideologica
Per l’Iran, colpire Israele rafforza la sua immagine di difensore delle cause islamiche e palestinesi. Per Israele, la narrativa della “minaccia iraniana” giustifica operazioni militari e consolida il sostegno di alleati occidentali e arabi moderati.
Conclusioni
In sintesi, lo scontro riflette una lotta per il potere regionale, la sicurezza nazionale e la legittimazione politica, con implicazioni globali legate al nucleare, all’energia e alle alleanze internazionali. Entrambe le parti calibrano le loro azioni per evitare un conflitto totale, ma il rischio di escalation rimane elevato.