Le recenti riaperture delle indagini sul caso Garlasco, hanno riportato alla luce un clima di opacità che sembra aver caratterizzato le prime fasi dell’inchiesta, gettando ombre su un’intera stagione giudiziaria a Pavia.
Un contesto di “indagine tossica”
Le indagini iniziali sull’omicidio di Chiara Poggi sono state definite da alcuni come un’“indagine tossica”. Fin dai primi giorni successivi al delitto, gli inquirenti si concentrarono su Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, nonostante l’assenza di prove dirette che lo collegassero inequivocabilmente al crimine. Questa focalizzazione, secondo quanto emerso, potrebbe essere stata influenzata da un intreccio di interessi e pressioni locali che avrebbero “indirizzato” le indagini verso un’unica pista, trascurando altre ipotesi.
Operazione “Clean” e il caso Garlasco
Un elemento cruciale che ha alimentato i sospetti di depistaggio nel caso Garlasco, è emerso nell’ambito dell’operazione “Clean”. È stata un’indagine su un vasto giro di malaffare a Pavia che ha coinvolto figure di spicco, tra cui due carabinieri di alto rango, e un ex procuratore. Questi ultimi erano figure chiave nelle indagini sul caso Garlasco. Infatti, si tratta di due investigatori di fiducia della Procura, mentre l’altro era il procuratore che, nel 2017, chiese e ottenne l’archiviazione delle accuse contro Andrea Sempio. L’operazione “Clean” ha rivelato un sistema di corruzione che ha scosso la Procura di Pavia, portando a sospettare che alcune indagini, incluso quella su Garlasco, fossero state “addomesticate” per incapacità o, nella peggiore delle ipotesi, per connivenze deliberate.
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Il ruolo delle gemelle Cappa e il “supertestimone”

Un altro aspetto che ha alimentato i sospetti di depistaggi nel caso Garlasco, riguarda le gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara. Recentemente, un “supertestimone” ha dichiarato a Le Iene di aver visto, la mattina del delitto, una donna in bicicletta gettare un oggetto metallico pesante in un canale a Tromello, vicino alla casa della nonna delle Cappa. La testimone Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, ha riferito di aver sentito un’altra persona (ora deceduta) parlare di Stefania Cappa che, in preda al panico, portava un borsone pesante verso la casa della nonna. Inoltre, agli atti ci sarebbero centinaia di messaggi delle gemelle, tra cui uno in cui si allude al fatto che Stasi sia stato “incastrato”. Un vocale, ricevuto dall’ex manager Francesco Chiesa Soprani, in cui Paola Cappa smentirebbe alcune dichiarazioni della sorella Stefania, è stato offerto alla Procura per ulteriori accertamenti.
Un sistema giudiziario sotto accusa
L’operazione “Clean” ha messo in luce un sistema di corruzione che coinvolgeva carabinieri e magistrati a Pavia, gettando una luce inquietante sulla gestione delle indagini di Garlasco. La condanna di Stasi, basata su prove circostanziali come l’eccessiva pulizia delle sue scarpe e l’assenza di sangue sui suoi vestiti, è stata definita dalla Cassazione come il risultato di un’indagine “caratterizzata da errori e superficialità”.
Dubbi e interrogativi aperti nel caso Garlasco
I presunti depistaggi nel caso Garlasco sollevano domande inquietanti:
- Chi aveva interesse a indirizzare le indagini solo verso Stasi?
- Perché prove come il DNA sotto le unghie di Chiara e l’impronta di Sempio non furono adeguatamente considerate all’epoca?
- E quale ruolo hanno avuto le figure istituzionali coinvolte nell’operazione “Clean” nella gestione del caso?
Le nuove indagini, con l’ausilio di tecnologie forensi più avanzate, potrebbero finalmente chiarire se si sia trattato di errori investigativi o di un disegno deliberato per occultare la verità.
Conclusione
I depistaggi, veri o presunti, nel caso Garlasco rappresentano una pagina oscura della cronaca giudiziaria italiana. La combinazione di errori investigativi, omissioni, e il coinvolgimento di figure istituzionali oggi sotto accusa per corruzione, suggerisce che la verità sull’omicidio di Chiara Poggi potrebbe essere stata compromessa da un sistema giudiziario opaco. Resta da vedere se la Procura di Pavia riuscirà a rispondere alle infinite domande ancora aperte, o se il caso di Garlasco rimarrà per sempre un enigma irrisolto.